L'innovazione non chiede permesso


Costruire il domani digitale


Il ritmo di crescita dell’innovazione degli ultimi cinquant’anni supera quello della storia dell’umanità, così come il volume delle informazioni e dei dati di cui oggi disponiamo. 
Ogni progresso anticipa il tempo in cui si manifesta, ogni grande innovazione segue lo stesso schema e l’ultimo lavoro di Luca Tomassini racconta quale.
Con un approccio tutto fuorché didascalico, Tomassini parla di come l’innovazione preceda le codifiche legali, procedurali e politiche e di come siano cambiati e stiano cambiando gli scenari: dall’intelligenza artificiale, al mondo del lavoro fino ai giovani come leva per il futuro che l’autore vede come un algoritmo, un saggio sull’universo on e offline che viviamo e su quello che ci aspetta dietro l’angolo.
“L’innovazione non chiede permesso” presenta lo stato dell’arte di oggi e un quadro sull’orizzonte di domani mettendone in luce le potenzialità così come le possibili minacce.
Uno strumento per conoscere e quindi iniziare a capire e poi gestire il percorso dell’innovazione, inarrestabile per natura. 


L'innovazione non chiede permesso

Costruire il domani digitale


2018 - Edizioni Franco Angeli 


Prefazione di Paola Severino


Nello scenario globale attuale il progresso scientifico e tecnologico, l’innovazione, i nuovi strumenti di comunicazione e i nuovi media rivestono un ruolo centrale. Essi finiscono, addirittura, con il rimodulare le nostre esistenze, sovente senza che vi siano tempo sufficiente e conoscenze adeguate per comprendere e gestire il cambiamento.

Essi inoltre richiedono una "rivoluzionaria" capacità di costruire regole nuove, modelli economici nuovi, standard di sostenibilità nuovi. Nel contempo, essi richiedono anche la capacità di creare figure professionali nuove, attrezzate ad affrontare problemi di ingegneria digitale insieme a problemi di carattere economico, giuridico, sociologico.

Così, di fronte agli straordinari stimoli di un nuovo mondo che avanza, siamo alla ricerca di risposte immediate e chiare; avvertiamo assai più forte che in passato la necessità di orientarci in una fitta e intricata rete – un network non solo metaforico, nel quale e con il quale siamo abituati a relazionarci quotidianamente – di informazioni e di dati, che a volte fatichiamo a catalogare, immagazzinare, selezionare; ci imbattiamo sempre più spesso in termini e nozioni sino a qualche decennio addietro appannaggio pressoché esclusivo di tecnici ed esperti di settore o, al più, di appassionati di computer science.

Sappiamo bene che le cose oggi sono profondamente cambiate, e parole come AI – artificial intelligence, big data, blockchain, sono oramai entrate nel vocabolario di uso comune; la materia del cyber è già parte del nostro presente e si candida sempre più a rappresentare la direttrice di sviluppo verso la quale, a gran velocità, ci muoviamo.

Questa prospettiva, se da una parte indiscutibilmente dischiude possibilità di crescita esponenziali, dall’altra fa emergere i timori che da sempre accompagnano ciò che fuoriesce dallo spettro del nostro controllo. Come avviene in ogni epoca dinanzi all’irrompere di grandi novità o significative scoperte, anche sul terreno dell’innovazione riemerge un forte dualismo tra l’incedere – per sua natura inarrestabile – del progresso e le correlate istanze di sicurezza, individuale e collettiva. Da questa forte e attuale contrapposizione muovono le riflessioni di questo bel volume, capace di illustrare, con linguaggio chiaro e accessibile, quale sia l’orizzonte che si delinea.

Come suggestivamente posto in evidenza già nel titolo del libro, invero, l’innovazione irrompe nelle nostre vite, «non chiede permesso» e, soprattutto, non profila fin da ora con chiarezza in quale direzione ci condurrà. L’utilizzo di nuove tecnologie rappresenta una grande opportunità, ma anche una fonte di rischi in precedenza sconosciuti, che dobbiamo imparare a governare quanto prima, se non vogliamo perdere gli innumerevoli vantaggi legati al mondo digitale.

Il volume giustamente sottolinea come già solo negli ultimi cinquanta anni il ritmo di crescita dell’innovazione superi quello della storia dell’umanità, con conseguenze sino a qualche decennio fa impossibili da immaginare. Torna così al centro del dibattitto scientifico e dell’opinione pubblica il tema dei delicati equilibri tra libertà – quella tipica di uno spazio virtuale, ontologicamente ‘senza regole’ – e necessità di una disciplina, proprio a fronte della particolare diffusività dei vantaggi e dei pericoli che tali strumenti sono in grado di innescare.

Le violazioni della privacy e la captazione di dati sensibili, l’attacco a informazioni riservate relative alla sicurezza nazionale, l’utilizzo di criptovalute e le nuove frontiere del cyber-laundering, i traffici realizzati sul c.d. dark web: il lato oscuro dell’innovazione ci spaventa anche perché evidenzia l’insufficienza degli strumenti tradizionali di contrasto a fenomeni che possono arrivare ad attingere la dimensione criminale.

Il perimetro entro cui tali cambiamenti sono in grado di estendersi è mutevole e fluido, e non può essere pienamente predeterminato; ma la tecnologia e il mondo digitale si intrecciano oramai a tal punto con le nostre azioni quotidiane, che non ci sono opzioni possibili se non quella di confrontarsi con il nuovo, comprendere e accettare la portata di questa ‘rivoluzione copernicana’ e prepararsi a governarla, implementando modelli di previsione e prevenzione, in rapporto alla sua evoluzione.

Questo libro ci aiuta ad adottare una prospettiva aperta al cambiamento e si presenta come un viaggio a tappe nella complessità dell’innovazione. Esso muove da un inquadramento del fenomeno e dal raffronto tra realtà digitale e uomo analogico, per poi passare a declinare i caratteri dei mutamenti in rapporto a singoli settori e aspetti di vita quotidiana: dall’impatto sul mondo del lavoro, all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del machine learning, al tema dei rapporti tra verità e manipolazione delle notizie acuito dall’utilizzo dei social network, sino a discutere di tematiche centrali nell’economia dell’innovazione, come blockchain e big data.

«Abbiamo […] davanti a noi due strade possibili: lasciarsi travolgere dal fiume in piena del futuro digitale, sia quel che sia; oppure contribuire alla sua costruzione, tentando di indirizzarne il corso».

L’alternativa prospettata bene condensa la problematicità delle questioni affrontate nello scritto, e al contempo rappresenta già una ‘dichiarazione di intenti’: l’approccio proattivo al cambiamento è, invero, considerata la ricetta vincente – l’ultimo capitolo del volume si intitola, significativamente, «gli ottimisti cambiano il mondo». E, aggiungerei io, lo cambiano in meglio, visto che Luca Tomassini non solo ha costruito con il suo gruppo le premesse per fondare una Silicon Valley italiana, ma lo ha fatto migliorando fin da ora l'originario modello californiano, inserendo in un mondo digitale prevalentemente maschile una DG donna ed il 48% di presenze femminili in azienda.

La lettura del lavoro di Luca Tomassini rappresenta, allora, una utilissima bussola per affrontare con fiducia il presente, e per affrontare con maggior consapevolezza e ottimismo le sfide poste dallo sviluppo del cyber e del digitale, nella corretta prospettiva di imparare a governarle ed a non esserne supinamente governati.


Paola Severino