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L'esperienza che mancava

Luca Tomassini

10 mar 2021

Quel che è successo negli ultimi cinquant’anni, in tutti i campi dell’attività umana, ha dell’incredibile.

Si è dubitato e si continua a dubitare del valore umanitario dell’innovazione tecnologica quando non si riesce ad avere un quadro chiaro, abbastanza ampio, dello sviluppo umano nella storia.


Per quanti libri si leggano, documentari si guardino, lezioni universitarie si ascoltino, fino a non molto tempo fa ci mancava l’esperienza diretta del cambiamento.


Le tecnologie impiegavano anni, se non decenni, e ancora prima secoli (a seconda anche della parte del pianeta in cui si viveva) per presentarsi davanti alla porta di casa. In passato pochi dei nostri antenati hanno avuto l’occasione di assistere, testimoniare, partecipare o addirittura determinare i cambiamenti che hanno fatto dell’umanità quello che è adesso.


Le innovazioni erano distribuite in periodi molto più ampi, sparpagliate magari in parti lontane del globo, non così rapidamente assimilate e comunicate come oggi.


Ma da un po’ di tempo a questa parte tutti noi siamo attori protagonisti della partita. Il movimento ci coinvolge, ci assorbe. Quello che le nostre generazioni hanno visto, in termini di sconvolgimenti, avanzamenti, scoperte e la serie di adattamenti a diversi stili di vita, e a modi di interagire gli uni con gli altri, che hanno dovuto affrontare e risolvere in brevissimo tempo non ha eguali nella storia dell’umanità intera.


Quel che è successo negli ultimi cinquant’anni, in tutti i campi dell’attività umana, ha dell’incredibile.


Oggi siamo in grado di trapiantare gli organi vitali dal corpo di una persona a un’altra. I chirurghi operano da remoto, grazie alla telemedicina e alle reti come il 5G. Ci sono progetti avviati per produrre carne artificiale commestibile, in modo da abbattere drasticamente le emissioni inquinanti dovute all’allevamento intensivo, e non dover più uccidere altre creature per soddisfare il fabbisogno nutritivo.


Siamo riusciti a clonare degli esseri viventi, bypassando quello che sembrava essere il limite ultimo delle nostre possibilità: dare la vita. Viviamo a stretto contatto, se non parzialmente integrati, con robot e intelligenze artificiali che svolgono per noi le più disparate funzioni.


Abbiamo creato una rete globale di interconnessioni che coinvolge allo stesso modo esseri umani, macchine, software. Abbiamo tecnologie, il nome delle quali è riducibile a una semplice cifra (AI, Cloud, GPS, 5G) il cui impatto sul nostro modo di vivere e lavorare non è ancora totalmente compreso e assorbito.


Gli anni Dieci del nostro secolo hanno dato un’accelerazione incredibile a tutto questo.

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